Puno è una città portuale ad un’altitudine di oltre 3.800 metri sulle sponde del lago Titicaca, il lago navigabile alla maggiore altitudine del mondo che condivide il confine con la Bolivia. Le sue acque sono famose per essere placide e limpide. Tra le isole del lago, dal lato peruviano, ce n’è una che mi ha rubato il cuore e si chiama Taquile. Il lago è circondato dalla Riserva nazionale del Titicaca, dove si trovano rare specie di animali acquatici, come le rane giganti.
Indice dei Contenuti
Arrivo a Puno
Siamo arrivati a Puno ieri sera, il nostro alloggio Sol Plaza Hotel è vicino a Plaza de Armas quindi ne abbiamo approfittato per fare un giro nella zona centrale. Purtroppo la piazza è in fase di ristrutturazione, è chiusa al pubblico con dei teloni bucherellati che la coprono interamente, solo i fori lasciano intravedere qualcosa. Siamo andati a cena in un ristorante del centro, La Hosteria, molto tranquillo con le luci soffuse. Il menù è abbastanza vario sia per quanto riguarda le zuppe che altri piatti tipici del luogo. Abbiamo mangiato trota alla piastra e alpaca al vino.
Stamattina andiamo finalmente al Lago Titicaca! Un bus ci porta fino al porto di Puno, saliamo su una barca turistica a motore e iniziamo questo tour alla scoperta delle Isole degli Uros e dell’isola di Taquile.
Lago Titicaca e Isole degli Uros
Il Titicaca, al confine tra Perù e Bolivia, è il lago navigabile più alto al mondo. Le sue acque corrono per oltre 200 chilometri, attraversando un’area di oltre 8 mila chilometri quadrati, lungo quella che anticamente era la culla dei popoli Quechua e Aymara. Da sempre è considerato un luogo sacro dagli Indios, secondo la leggenda è il luogo dove giunsero i primi figli del Sole.
Il Titicaca ha cinque affluenti principali e un unico emissario, il Desaguadero. Il blu intenso delle acque contrasta con le imbarcazioni gialle degli abitanti e le tinte sgargianti dei loro abiti tradizionali. La Riserva del Titicaca ospita specie importanti, dal tuffatore del Titicaca alla rana gigante, oltre a 60 specie di uccelli. Qui cresce totora in abbondanza, una pianta impiegata nella costruzione di isole, barche e molto altro.
Scendiamo dalla nostra imbarcazione turistica per salire su una tipica imbarcazione gialla.
Con questa navighiamo attraverso gli isolotti galleggianti degli Uros, con noi ci sono anche due bambini che cantano Frà Martino Campanaro in tutte le lingue. Sono le isole artificiali costruite dagli antichi Uros, con umili canne di totora, per scampare agli attacchi di popoli bellicosi come gli Inca. La totora una è pianta acquatica che cresce spontaneamente nelle zone paludose dell’America, in particolare nei pressi del lago Titicaca, nelle coste del Perù e nei territori centrali e meridionali della California. Gli Uros impiegano la totora nella costruzione delle isole sulle quali vivono, dispongono i giunchi perfettamente l’uno sopra l’altro in modo da creare una superficie resistente e calpestabile che galleggia. Ovviamente queste isole artificiali necessitano di manutenzione: gli uomini provvedono periodicamente a rinvigorire il tappeto sul quale vivono per evitare che rischi di affondare.
Costruiscono anche le capanne, le imbarcazioni e addirittura si cibano della sua parte più tenera. Le isole sono unite tra loro da collegamenti percorribili, formando un grande arcipelago di canne intrecciate. Noi ne visitiamo una in cui un uomo del villaggio ci fa visitare la sua capanna, all’interno giace una bambina appena nata avvolta tra le coperte. A quanto pare oggi gli Uros non vivono più su queste isole stabilmente, ma le raggiungono solo per i turisti.
Isola di Taquile
Saliamo sulla nostra barca e raggiungiamo Taquile, un’isola sul lato peruviano del lago Titicaca a circa 40 km dalla costa di Puno che è abitata da una comunità di origine quechua. Arriviamo al porto e per scendere sulla terraferma dobbiamo prima attraversare tutte le varie barche turistiche allineate alle nostra che sono arrivate prima di noi.
Finalmente mettiamo i piedi sull’isola di Taquile, che ci appare fin da subito accogliente e verdeggiante. Dal porto seguiamo il ripido sentiero principale che conduce alla cima, percorrendo un dislivello di 200 metri circa. Salendo incrociamo gli sguardi di gente semplice ed ospitale che ha mantenuto uno stile di vita tradizionale conservando i propri costumi e le forme di organizzazione e di governo fin dal tempo degli Incas. Donne e bambini salgono e scendono da questo sentiero rapidamente, come se niente fosse, anche con pesi sulle spalle. Noi invece ogni tanto ci fermiamo per riprendere fiato e per guardarci intorno, più saliamo più il panorama diventa bello. Si vedono i campi coltivati, i tetti delle case, gli alberi versi e sullo sfondo il Titicaca. Il tempo qui sembra essersi fermato.
Sull’isola vive una comunità di circa 2500 persone soggette a un sistema sociale che poggia su 25 autorità che durano in carica un anno e vengono eletti in piazza per alzata di mano. A Taquile ogni vestito e accessorio ha un significato particolare: vi spiego, un uomo che indossa un berretto dalla punta bianca è single, mentre un berretto rosso è per un uomo sposato. Una donna sposata indossa la gonna nera, una donna single la indossa colora. Il cappello nero lo porta solo l’autorità locale, e i suoi figli allo stesso modo andranno vestiti di nero per far riconoscere il loro status. Se sei una signora anziana e porti la gonna colorata, significa che sono già passati tre anni dalla morte di tuo marito e quindi puoi risposarti. Insomma avete capito, gli indumenti sono simboli dello stato civile e sentimentale della persona che li indossa. Oltre alla pesca, praticano l’agricoltura (la presenza delle terrazze di origine pre-inca ne è il segno evidente) e l’allevamento del bestiame.
La tranquillità, la serenità, la pace e il silenzio sono totali in un luogo dove non esistono strade e veicoli a motore. Il sentiero porta alla piazza principale Plaza de Armas, dalla quale si snodano diversi sentieri secondari. In piazza troviamo una piccola chiesa con accanto un edificio con alcune rampe di scale che regala scorci sul paesaggio e il Lago, qualche venditore e un piccolo negozio che vende qualche snack e appone il timbro sul passaporto dei turisti in cambio di qualche Soles.
Pranziamo presso una famiglia che vive qui, ci accomodiamo all’aperto con il resto del gruppo e ci viene offerta una trota alla piastra accompagnata da riso bianco e patatine fritte. Per concludere un tè caldo. Alla fine del pranzo un membro della famiglia ci mostra come producono il sapone…spremendo una pianta grassa! Si aggiunge un po’ d’acqua e con il composto ottenuto si può pulire lana grezza, vestiti, accessori da indossare…il risultato è incredibile! Poi tutta la famiglia si esibisce in una danza tipica. Su quest’isola si sta divinamente, l’uomo e la natura vivono in perfetta armonia. Taquile è stata una piacevole scoperta. Abbiamo apprezzato la sua straordinaria e organizzata comunità locale del tutto priva dei comfort del mondo moderno, ci è sembrata più autentica delle Isole degli Uros.
Torniamo al porto e, dopo aver nuovamente scavalcato tutte le barche turistiche, saliamo a bordo della nostra e torniamo al porto di Puno, infine in hotel. Ci rilassiamo un momento e poi usciamo a piedi…dove andiamo?
Cerrito de Huajsapata
A Puno ci sono tre punti panoramici: Puma Uta, Condor Hill e Cerrito de Huajsapata. Abbiamo scelto di visitare quest’ultimo perché non molto distante dal nostro hotel, possiamo raggiungerlo a piedi entro l’ora del tramonto. Lasciamo l’hotel, superiamo Plaza de Armas, poi chiediamo indicazioni e percorriamo una strada in salita che ad un certo punto da asfaltata diventa un sentiero stretto e sterrato e porta fino al punto più alto. Questo view point naturale è alto 60 metri, sulla cui cima c’è il monumento a Manco Cápac, il fondatore dell’Impero Inca. Da qui si vedono la città di Puno e in lontananza il Titicaca.
Domani mattina lasceremo il Perù per raggiungere la Bolivia e fare un tour di 3 giorni nel Salar de Uyuni con una sosta finale a La Paz. Partiremo in pullman dal Terminal dei Bus di Puno e, dopo aver superato la frontiera di Desaguadero, arriveremo in Bolivia all’aeroporto di El Alto dove ci aspetta un aereo per Uyuni.
Ecco il video girato a Puno: