Paracas è un’area naturale protetta nella Regione di Ica che si estende in gran parte nella provincia di Pisco. Qui si trovano spiagge a perdita d’occhio, scogliere e rocce erose delle onde e dalle intemperie. Il nome inca “Paracas” significa infatti tempesta (para) di sabbia (aca), proprio perché si tratta di un territorio molto ventoso le cui fortissime correnti d’aria possono sollevare sabbia raggiungendo una velocità di 32 km/h. A dispetto del nome, restiamo colpiti da Paracas fin da subito.. l’aria di mare ci rigenera!
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In viaggio verso Paracas
La mattina del nostro secondo giorno di viaggio facciamo qualche acquisto presso il centro commerciale Arcomar di Lima e dopo un pranzo al volo ci rechiamo al terminal dei bus Cruz del Sur dove ci aspetta un autobus che in 4 ore ci conduce a Paracas, una città portuale della costa centrale peruviana. Appena usciti dalla caotica Lima imbocchiamo la Panamericana highway, una strada che si estende dall’
Nel tardo pomeriggio arriviamo a Paracas e ci sistemiamo all’hotel Coco Lodge Paracas, un piccolo ma grazioso hotel a due passi dal molo d’imbarco per le isole Ballestas che visiteremo domani.
Nonostante la stanchezza dovuta al viaggio, ci avviamo subito verso la spiaggia per cercare un locale carino in riva al mare in cui cenare. Il lungomare di Paracas è un susseguirsi di ristorantini illuminati che servono principalmente pesce fresco, verrete invitati da ciascuno ad entrare ma prendetevela con calma e scegliete quello che vi ispira di più!
Scegliamo il locale Cevichería Rustikarreta – Parrillas, un ristorante con tavoli all’aperto con una grossa griglia all’esterno in cui vengono preparati carne e pesce fresco. Naturalmente ordiniamo una grigliata di pesce misto deliziosa che ci fa subito innamorare di questa piccola città.
Stanchi ma con la pancia piena rientriamo in hotel per dormire e ricaricarci.
La mattina seguente ci alziamo e iniziamo la visita della Reserva Nacional de Paracas, una riserva creata nel 1975 al fine di conservare una parte del mare e del deserto del Perù, proteggendo le varie specie di flora e fauna selvatiche che vi abitano.
Ci rechiamo al porto di San Martin di Paracas e, dopo aver pagato la tassa d’ingresso presso la biglietteria, saliamo su una piccola barca che in 2 ore ci farà fare il tour delle Isole Ballestas.
Il Candelabro
Dopo 30 minuti di barca è prevista la prima tappa in mezzo al mare per osservare il candelabro, un gigantesco geoglifo inciso sul fianco di una collina che, secondo gli esperti, risalirebbe al 200 a.C o addirittura a qualche anno prima. C’è chi ritiene che il suo compito fosse quello di mostrare la via ai naviganti, chi sostiene che non sia un candelabro, ma un cactus (pianta considerata sacra dalla cultura Chavin), altri ancora sono convinti che sia la costellazione della ‘Croce del sud’. Questa gigantesca figura a tre bracci, alta più di 150 metri e larga 50 metri, è ancora oggi un mistero infatti nessuno sa perché sia stato fatto e che cosa significhi.
Isole Ballestas
Si trascorre poi un’altra ora in barca fino alle isole Ballestas, un gruppo di piccole isole rocciose al largo della città di Pisco, lungo la costa meridionale del Perù.
Qui si può osservare da vicino la fauna che abita queste isole: leoni marini, otarie Orsine, pinguini di Humboldt, delfini, fenicotteri, pellicani e altri uccelli. Scendere dalle imbarcazioni è vietatissimo, per cui siate consapevoli che è possibile ammirare gli animali dal mare. Normalmente si distendono sulle rocce superficiali quindi non dovreste faticare a vederli. Le imbarcazioni arrivano molto vicino agli esemplari, ma un binocolo potrebbe aiutarvi. Le barche per le Isole Ballestas partono dal porto ogni mattina alle 8, alle 10 e alle 12; vi consigliamo di partire alle 8 perché il mare è più calmo e gli animali che si possono vedere sono di più.
Sulle isole vivono dei guardiani e vi sono degli impianti di estrazione del guano, un concime naturale ricavato da escrementi di uccelli marini (specialmente dai cormorani) che viene raccolto, essiccato ed esportato per le coltivazione biologiche in Nord America e in Europa. Queste isole sono un paradiso naturale in cui gli animali scelgono di vivere o passano per riposare prima di proseguire verso la Patagonia.
Per questa escursione in mare aperto vi consigliamo di vestirvi a strati, di indossare il guscio anti-vento e di proteggere la pelle con la crema solare. Se soffrite di mal di mare portatevi qualche farmaco, in quanto le acque sono spesso agitate.
Reserva Nacional de Paracas
Dopo le isole Ballestas, arriva il momento di visitare la Riserva Nazionale di Paracas. Saliamo su un auto e partiamo alla scoperta di quest’area protetta meravigliosa. La prima tappa è presso il sito “Yacimento Fosil/Fossil Deposit” nel deserto della Riserva. La guida ci spiega che queste terre desertiche milioni di anni fa erano sommerse dall’acqua, ciò è testimoniato dal ritrovamento di fossili marini, in particolare di conchiglie distinguibili ad occhio nudo nella sabbia.
La visita successiva è un punto panoramico in cui è possibile osservare dalla scogliera ciò che rimane della Cattedrale in mezzo al mare. Si tratta di un’imponente formazione rocciosa che con l’erosione del mare e del vento aveva assunto nel corso dei secoli una forma che ricordava le cupole delle cattedrali. Era un’icona della riserva fino a quando il 15 agosto del 2007 un violento terremoto di magnitudo 7,9 della scala Richter ne causò il crollo.
Sulla sinistra vi è una passerella che conduce a un altro view point da cui si vede la spiaggia di sabbia nera Supay, soprannominata la “Spiaggia del Diablo” per la corrente micidiale che ha interrotto la vita di diversi pescatori. A quanto pare da lì non si può uscire vivi e non esistono sentieri per accedervi. Ovviamente qui è vietato fare il bagno, ma come sapete molto spesso la gente è incosciente e infatti mentre la ammiriamo dall’alto sentendo un brivido correre lungo la schiena avvistiamo una persona dalle intenzioni poco chiare.
Proseguiamo fino ad una spiaggia di sabbia rossa conosciuta come “Red Beach“. Il suo colore è dovuto al risultato dell’attività vulcanica dopo eruzioni millenarie che hanno colpito il Pacifico, che ha prodotto un tipo di argilla rossa che è un componente della sabbia.
Terminata la visita della Riserva ci rimettiamo in auto in direzione Ica. Per pranzo ci fermiamo in un ristorante di cui ci sfugge il nome, ma ricordiamo di aver mangiato in maniera discreta, insomma nulla di memorabile.
Oasi di Huacachina
Proseguiamo in auto verso la parte ovest della città di Ica per raggiungere l’Oasi di Huacachina, un’oasi naturale nel bel mezzo delle sabbie del deserto. La sua formazione è dovuta all’affioramento di correnti sotterranee, motivo per cui è apparsa tutt’attorno un’abbondante vegetazione. Oggi, Huacachina – che è diventata talmente famosa da essere ritratta sulle banconote peruviane – ospita hotel e ostelli per ogni budget, ristoranti, noleggi di pedalò e offre la possibilità di organizzare avventurose escursioni nel deserto in dune buggy e di praticare sandboarding sulle dune. Noi abbiamo semplicemente fatto un giro intorno all’oasi, poi ci siamo appartati per far volare il drone in modo da vedere questo luogo da un’altra prospettiva.
Dopo una giornata all’insegna di nuove esperienze emozionanti, in serata ci rechiamo al terminal dei bus per raggiungere la prossima meta di questo viaggio in Perù: Nazca!
Vi lascio qui sotto il video su Paracas e Huacachina: